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Giardino
Ci risiamo, siamo al completo.
Il gruppo della polisportiva e’ pronto a partire.
L’ambiente vicino alla partenza e’ animato da spirito combattivo, come al solito prima di una gara.
Lecce ci ha accolto con una splendida giornata di sole,anche se un po’ ventosa.
Gli atleti che passano vicino al nostro gruppo ci fanno i complimenti per i colori che spiccano (evidentemente) sulle nostre divise. Sarò di parte ma a parer mio il completo della Polisportiva della Banca Popolare Pugliese e’ uno dei più belli.
I colori che lo evidenziano richiamano quelle che sono le bellezze naturali del Salento.
Verde … ovunque gli alberi circondano città e paesi (specie gli ulivi).
Azzurro….. il cielo del Salento ha una luminosità che si nota poco nei cieli di altri posti.
Arancione… e’ il colore del sole quando splende in tutto il suo calore.
Marrone…... e’ il colore della terra bruciata dal sole del Salento specie in estate.
Il tutto compone un’ esplosione di colori che avvicinano l’armonia dell’arcobaleno; quindi i complimenti penso siano meritati.
Si parte ore 9,30 siamo in 600, o almeno così ho sentito dire dallo speaker … ma non c’e’tempo per pensare il cronometro e’ già partito.
L’allegria e’ contagiosa, si ride si scherza, forse perchè ai primi km si è ancora freschi, e questo ci porta ancora una volta ad essere meravigliati dalle bellezze architettoniche di Lecce.
Splendida gara, si snoda tra le strade della città Barocca, confermando sempre più che Lecce potrebbe essere un Museo a cielo aperto.
Usciamo dall’abitato, siamo più o meno verso l’undicesimo km, il vento si fa sentire e con esso le vari salite che ci accompagnano fino al primo cavalca via.
La fatica comincia a farsi sentire, ma siamo sempre più concentrati, sempre più convinti che possiamo far bene.
Quindicesimo km, possiamo bere, continuiamo imperterriti a correre, cercando di prendere e superare quelli che ci stanno davanti, in parte ci riusciamo ma i muscoli cominciano a farsi sentire, stringiamo i denti, siamo ancora al diciassettesimo.
Quando si corre in piano e’ noto che tutto e’ più semplice, quindi tutto ok, forse arriviamo al 21° Km.
Sbagliato…alzo lo sguardo e di fronte vi e’ un altro ponte ancora più impegnativo del primo, la sensazione di fatica si sente un po’ di più, ma a questo punto non ci si può tirare indietro, quindi
forza ragazzi spingiamo.
Qualcuno e’ con noi, altri cedono.
Il ponte ha fatto selezione, ci lasciamo alle spalle un bel po’ di atleti, ma siamo abbastanza stanchi. Ventesimo km, raggiungo una ragazza che sembrava piangesse per i dolori ai polpacci (me l’ha
confessato all’arrivo) le chiedo cosa fosse successo … mi risponde quanto manca? “Non ce la
faccio più” mi dice, “Non mollare proprio ora” le rispondo, mancano 500 metri (mancava un km e mezzo) corriamo fianco a fianco, anche io ho qualche problema!!
Mi richiede….”Ma non erano 500 metri?” “Ci siamo” le rispondo “Ci siamo… stringi i denti… pensa alla gente che ci aspetta all’arrivo, manca davvero poco”, non la sento più, la stacco guardo indietro probabilmente ha visto il pallone dell’arrivo e psicologicamente ha rallentato perche’ ormai appagata e stremata dalla fatica.
Ci rivediamo oltre l’arrivo, mi ringrazia e mi bacia sulla guancia… le faccio i complimenti per aver resistito al dolore, alla fatica, al senso di spossatezza, ma mi rincuora e mi stupisce quando stremata, mi dice……Francesco ci rivediamo alla prossima.